ISTAT: la mappa dei rischi naturali dei comuni italiani
L’Istat insieme a Casa Italia ha realizzato la mappa dei rischi naturali dei Comuni italiani, aggiornata al 30 giugno 2018.
L’obiettivo è “quello di fornire un quadro di variabili e indicatori di qualità dei Comuni Italiani, che permettono una visione di insieme sui rischi di esposizione a terremoti, eruzioni vulcaniche, frane e alluvioni, attraverso l’integrazione di dati provenienti da varie fonti istituzionali, quali Istat, INGV, ISPRA, Ministero per i beni e le attività culturali”.
Per ciascun Comune i dati sul rischio sismico, idrogeologico e vulcanico sono corredati da informazioni demografiche, abitative, territoriali e geografiche.
Ad esempio per gli edifici residenziali di un determinato comune si possono leggere i dati relativi al materiale di costruzione e all’epoca di costruzione, il che evidentemente rappresenta un utile strumento per comprendere quali e quanti edifici dovrebbero essere sottoposti per esempio a una verifica per determinarne l’idoneità statica. A tal proposito la città di Milano, primo comune in Italia, si è dotata di un regolamento edilizio entrato in vigore nel novembre 2016 e che prevede che i fabbricati ultracinquantenni siano dotati di CIS, certificato di idoneità statica. L’art. 11 comma 6 del Regolamento prevede che tutti i fabbricati, entro 50 anni dalla data di collaudo o in assenza di questo, dalla loro ultimazione, dovranno essere sottoposti ad una verifica di idoneità statica.
Dalle tabelle elaborate da questo studio sulla mappa dei rischi, ad esempio, nel comune di Milano si evince che:
92,03% degli edifici residenziali è stato costruito prima del 1980;
6,46% degli edifici residenziali è stato costruito tra il 1981 e il 2005;
1,51% degli edifici residenziali è stato costruito dopo il 2005.
Inoltre il 50,04% di tutti gli edifici è costruito in calcestruzzo armato.
Mentre nel comune di Napoli:
82,43% degli edifici residenziali è stato costruito prima del 1980;
13,07% degli edifici residenziali è stato costruito tra il 1981 e il 2005;
4,50% degli edifici residenziali è stato costruito dopo il 2005.
In calcestruzzo armato sono costruiti il 43,83% degli edifici.
Siamo pertanto indotti a pensare che visto il gran numero di edifici vecchi, il Comune di Milano abbia pensato di tutelare i cittadini varando un regolamento sul CIS.
Valutiamo la situazione dei capoluoghi delle regioni del centro Italia dove negli ultimi tempi i fenomeni sismici sono più frequenti. Il primo dato è relativo agli edifici residenziali costruiti prima del 1980 il secondo relativo a quelli costruiti in calcestruzzo armato.
- Firenze
7,39% - 17,46% - Bologna
91,55% - 26,28% - Perugia
66,95% - 35,55% - Ancona
81,07% - 56,74% - Roma
71,73% - 54,10% - Campobasso
74,64% - 49,23%
Come si nota la maggior parte degli edifici residenziali dei comuni analizzati sono stati costruiti in data antecedente il 1980, quindi piuttosto vetusti e bisognosi di “amorevoli cure”.